lunedì 18 novembre 2013

Crème Vichyssoise, protagonista Monsieur Poireau de Cervere


Novembre, autunno, per me è sinonimo di porri. Immagino di aver già detto più e più volte quanto mi piaccia questo ortaggio, soprattutto se stiamo parlando di quelli autoctoni (Porro di Cervere e Lungo Dolce di Carmagnola) la cui caratteristica dolcezza li rende particolarmente indicati per piatti 'gentili' ed estremamente digeribili.
Questa volta ho scavallato oltralpe, interpretando il profumato porro in versione francese. L'origine della Vichyssoise (chiamata così in ricorda della cittadina di Vichy appunto) è dell'inizio del XX secolo, quando lo chef Louis Diat, partendo da elementi 'poveri' come porri e patate si inventò questa zuppa al Ritz-Carlton di NY. Successo strepitoso! E' proprio vero che dalla cose semplici nascono i migliori accostamenti!
Diciamolo l'originale fredda con dei crostini può essere un buon antipasto/aperitivo, ma la versione calda in queste piovose giornate è un toccasana per l'anima oltre che per il palato.
Provatela in entrambi i modi e mi saprete dire quale preferite ; -)


Con questa ricetta partecipo al contest di Mela e cannella




Ingredienti 
300 gr di porri di Cervere (solo la parte bianca)
400 gr patate mondate
30 gr burro
1 litro di brodo di pollo sgrassato
100 gr di panna fresca
250 ml di latte intero (io ho usato parzialmente scremato)
1 cipolla bianca (circa 120 gr)
sale, pepe, noce moscata
eventuale erba cipollina a decorazione


Preparazione
Mondare le verdure, affettare a fini rondelle il porro, la cipolla e le patate (io queste ultime due le ho fatte a mandolina per praticità).

Stufare in una pentola con il burro la cipolla e il porro, eventualmente aggiungendo qualche cucchiaio di brodo per evitare che prendano colore e si ammorbidiscano esaltando la loro dolcezza (circa una decina di minuti a fuoco basso, rimestando spesso). Quindi aggiungere le patate e il brodo lasciando cuocere senza coperchio a fuoco moderato per 30 minuti.


Al termine mixare il tutto, aggiungere il latte ed aggiustare di sale e pepe a proprio piacimento.
A questo punto vi sono due scuole di pensiero
1) aggiungere anche la panna oltre al latte e la noce moscata, lasciare quindi raffreddare con pellicola a contatto fino ad arrivare a temperatura ambiente 
2) lasciare raffreddare con pellicola a contatto (per evitare la formazione della patina in superficie) e successivamente aggiungere la panna, prima di servire con spolverata di noce moscata.


A voi la scelta. Io ho optato per la prima versione, anche perchè la crema è stata servita 'calda' come zuppa a cena e il giorno successivo fredda come aperitivo accompagnata da crostini. In ogni caso deliziosa, fate le vostre prove e in nessuno dei due casi (fredda o calda) resterete delusi!

Se volete un tocco speciale in più: da calda, passatela attraverso un colino a maglia stretta (ottimale il chinoise) per avere una morbidezza al palato ulteriore.

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