Anche quest'anno, al ritorno dalle vacanze (più di 15 giorni di assenza), ho trovato il mio Vito in frigo molto abbacchiato...Anche quest'anno mi osservava dal fondo del barattolo con il cui vetro era diventato un tutt'uno, coperto da una scorza dura sulle ventitrè, quasi con aria da sfida...del tipo ' ah-ah finalmente sei rientrata! e se io adesso fossi morto stecchito? eh? ti sentiresti in colpa di avermi abbandonato qui tra le uova ormai da buttare e le carote che nel frattempo han fatto la muffa???' Ha sempre la capacità di farmi sentire in colpa...Si sa, alla fine è un buono e del resto lo ho allenato a lunghe mie mancanze fin dai primi tempi, per cui anche questa volta mi ha perdonata donandomi un pane spettacolare.
Per la ricetta mi sono ispirata al pane al farro di Eva e Claudio (a cui vi rimando, soprattutto per le fotografie passo-passo delle piegature della pasta) utilizzando però la farina integrale (bio) e modificando leggermente le dosi. Come potrete vedere dalle fotografie, l'alveolatura è molto diversa. Credo dipenda dalla farina in primis, usando quella integrale infatti la lievitazione cambia in tempi e modalità. A questo si deve aggiungere l'utilizzo, nella mia versione, anche della crusca d'avena
Ottimo pane, di lunghissima durata :- )