venerdì 29 novembre 2013
T&T roll ovvero rotolo di tonno e tofu (senza tollerati)
lunedì 25 novembre 2013
Cocottine a sorpresa con pistacchio di Bronte
Purtroppo è stato un periodo denso di impegni di ogni tipo e l'organizzazione del mio prossimo viaggio ha assorbito molti dei miei (già rari) ritagli mentali e temporali... Provvedo immantinente con questa idea molto semplice, ma molto ad effetto, per portare in tavola un secondo e relativo contorno che possono essere preparati anche in anticipo (..per chi come me è sempre di corsa!). Ovviamente potete usare qualunque tipo di pesce 'delicato' voi disponiate; io ho dovuto ripiegare su quello surgelato, non avendo il mare a portata di mano...sigh! non disponete di cocotte? fatelo in teglia, la sorpresa dei vari colori, quando spezzerete il guscio croccante e servirete, sarà la medesima ; -)
Con questa ricetta partecipo al contest di Insiemecongioia in collaborazione con AromaSicilia
domenica 24 novembre 2013
Morbidosa di zucca con bavarese alla zabaione e cioccolato bianco (interpretazione personale di un'idea di Montersino)
ovvero una ricetta ricercata per un'amica ricercata : -)
Ebbene sì, quando si presentano piccoli 'grandi momenti' mi piace dimostrare un'attenzione in più. Questa volta è stato un invito ad un tè per 'inaugurare' il nuovo (splendido) appartamento di un'amica. Dal momento che sapevo quanta cura per i dettagli, quante ricerche, quanto amore lei avesse dedicato negli anni al proprio nido dei sogni dovevo sicuramente 'incorniciare' questa occasione. 'Dimmi il tuo dolce preferito' la domanda a bruciapelo, 'Lo zabaione' mi risponde e via son partite le mie rotelline cerebrali!!! Mentre la fantasia vagava libera su come reinventarmi lo zabaione, decido di dare uno sguardo ai libri di ricette stipati in ogni angolo della cucina facendo così felice mio marito (che si domanda sempre se oltre a comprarli in modo vorace e famelico poi mi servano a qualcosa oltre a fare colore....tiè!) ed incappando in Peccati al cioccolato di Montersino... lo sto per saltare a piè pari, del resto non è intitolato Peccati allo zabaione, ma il destino vuole che trovi questa ricetta su cui attacco al volo un bel post-it promettendomi di andare a cercare l'isomalto. Orbene, l'isomalto non l'ho trovato pur entrando in vari e variegati negozietti (ma ho già preso un promemoria per il prossimo acquisto online) per cui sto per levare il segno dal libro e passare ad altro. Ma il destino è pazzesco a volte: in tv, ad Accademia Montersino, mi imbatto nello chef che insegna a tre allievi proprio la preparazione di questa torta!
Ora non se se ci avete fatto caso, ma sui libri del Maestro la lista degli ingredienti supera spesso la lunghezza della spiegazione. Sembra sempre tutto facile, lineare, una bazzeccola... poi però ci mette (lui, il Maestro in persona, e senza contare i tempi di raffreddamento e surgelamento etc etc) almeno 2 ore per produrre qualcosa che somiglia alla magnifica ed invitante foto del libro... Bhè anche in questo caso è andata così, ma al destino non si comanda: la torta deve essere questa! al diavolo l'isomalto!!!
Penso che con un abbattitore ed iniziando al mattino si possa pensare di avere una torta del genere alla giusta temperatura per cena. Io, coi miei assurdi orari lavorativi, ci ho messo 2 giorni servendola al terzo. Son testona eh? ah, non lo avevate capito???? ; -)
Alla fine però tutto l'impegno e la testardaggine sono state ripagate, tutti gli intoppi, tutti i 'problemi' incontrati, tutti gli attrezzi da cucina impiegati... tutto è stato ripagato gustando gran fette di dolce accompagnato da un sofisticato tè caldo inframezzato da chiacchiere femminili : -)
E il giorno dopo, la colazione con mio marito (che inizialmente si era lamentato per l'invasione di frigo e freezer con pezzi di torta) è stata dolcissima : -)
Con questo dolce alla zucca partecipo al contest di Barbara del blog ungiornosenzafretta
E il giorno dopo, la colazione con mio marito (che inizialmente si era lamentato per l'invasione di frigo e freezer con pezzi di torta) è stata dolcissima : -)
lunedì 18 novembre 2013
Crème Vichyssoise, protagonista Monsieur Poireau de Cervere
Novembre, autunno, per me è sinonimo di porri. Immagino di aver già detto più e più volte quanto mi piaccia questo ortaggio, soprattutto se stiamo parlando di quelli autoctoni (Porro di Cervere e Lungo Dolce di Carmagnola) la cui caratteristica dolcezza li rende particolarmente indicati per piatti 'gentili' ed estremamente digeribili.
Questa volta ho scavallato oltralpe, interpretando il profumato porro in versione francese. L'origine della Vichyssoise (chiamata così in ricorda della cittadina di Vichy appunto) è dell'inizio del XX secolo, quando lo chef Louis Diat, partendo da elementi 'poveri' come porri e patate si inventò questa zuppa al Ritz-Carlton di NY. Successo strepitoso! E' proprio vero che dalla cose semplici nascono i migliori accostamenti!
Diciamolo l'originale fredda con dei crostini può essere un buon antipasto/aperitivo, ma la versione calda in queste piovose giornate è un toccasana per l'anima oltre che per il palato.
Provatela in entrambi i modi e mi saprete dire quale preferite ; -)
Con questa ricetta partecipo al contest di Mela e cannella
martedì 12 novembre 2013
Coccole vegetariane ripiene di Gruyère
Mi accorgo solo ora, per il rotto della cuffia come mio solito, di non aver ancora pubblicato questa ricetta street food per il contest Swiss Cheese Parade in collaborazione con il blog Peperoni&Patate
Questa volta, a differenza della ricetta precedente (le mie paratha fusion allo Sbrinz) ho usato entrambi i formaggi anche perché il Gruyère è p-e-r-f-e-t-t-o per sciogliersi in voluttuosa crema dentro queste crocchette vegetariane!!!
Siete mai stati a Gruyere? Se capitate da quelle parti fateci una visita, è un paesino splendido con un marstoso castello medioevali che ne sovrasta la rocca...il vero paese di ogni fiaba con draghi e principi insomma...la fantasia deve essere stata stimolata in senso onirico anche in HR Giger che qui ha aperto un 'mostruoso' museo con relativo bar a tema di fronte; fateci una capatina, sarete immersi dentro la futuristica pancia/carcassa di un fantasioso gigantesco essere! Se andate poi in inverno troverete una coltre di neve che renderà tutto molto più magico e contribuirà a rendere più 'intonata' la golosa raclette o la conviviale fondue da provare in uno dei ristorantini del paese. E se siete appassionati di formaggio, anche se non avete bimbi, regalatevi una visita alla 'Maison du Gruyère' poco fuori il paese :-)
Se invece in previsione delle feste volete creare anche voi dei sacchetti con la carta che preferite date un'occhiata qui
lunedì 11 novembre 2013
Pane di San Martino o pane martino con lievito naturale
Cercando notizie su questo pane 'tradizionale' ho finalmente dato riposta ad uno dei tanti infantili perchè, ovvero 'perchè traslocare in dialetto si dice fare San Martino?' Avevo intuito che poco aveva a che fare con l'umano gesto del dono del mantello ad un mendicante di questo Santo o della concomitante 'rivolta del pane' di manzoniana memoria, però non avevo colto che i giorni di San Martino (che cade oggi, 11 novembre) sono considerati gli ultimi giorni di bel tempo prima di sprofondare nel gelo invernale. Cos,ì soprattutto un tempo, era tradizione programmare il trasloco in questo periodo dando per scontato di trovare un buon clima o quantomeno non la pioggia. Ora che ho dato una risposta a questa mio puerile punto interrogativo, vi aggiungo che la tradizione di sfornare questo particolare pane il giorno di san Martino risale alla storia contadina un pò trasversalmente in varie regioni, quando le castagne e quindi la loro farina, si trovavano in quantità abbondante e soprattuttoa buon prezzo (a differenza dei giorni nostri...) rispetto al grano. Le dosi di farina di grano e di farina di castagne sono decisamente a piacere ed in base al gusto di ognuno. Aumentando la dose di farina di castagne il pane tenderà a rimanere e più piatto e compatto (così come fatica a 'crescere' maggiore sarà la quantità di noci all'interno), mentre lieviterà notevolmente con dosi più elevate di farina di grano.
A voi le prove per questo delizioso pane (paradisiaco con una bella spalmata di gorgonzola morbido sopra....sbav-sbav-sbav...)
giovedì 7 novembre 2013
Swiss cheese paratha or Swiss cheese parade?
Il gioco di parole e di conseguenza la ricetta è stato immediato, perché non preparare per questa 'parade' una bella 'paratha', ottimo street food indiano (in particolare dell'India del Nord) sulla scia della contaminazione in cucina che tanto mi diverte? Pronti, via! Complice ovviamente il fatto che le mie scorte di atta sono imperiture (avendo sbagliato l'ordine online invece di 1 kg ho aggiunto uno zero e ne ho comprati 10 kg...) e della disponibilità di ottimo ed originale Sbrinz, mi son messa di buona lena a reinventarmi la Paneer paratha con un formaggio molto più vicino a noi.
Atta è in nome di una farina molto usata in India, si tratta di una farina integrale di grano duro che si può trovare in versione macinata molto fine (come la mia, usata in questa ricetta e molto più facilmente utilizzabile in generale) oppure in modo più grossolano (più simile ad una nostra integrale)
Il Paneer è un formaggio fresco e morbido (in inglese cottage cheese, se vi interessa nei sottotitoli italiani di Masterchef India viene tradotto come 'fiocchi di latte'...forse un po' azzardato...): a livello di sapore lascia parecchio a desiderare, è delicato, quasi neutro, se confrontato con quelli a cui i nostri palati son abituati, molto più lavorati, stagionati e caratterizzati da sentori intensi. Grazie invece alla caratterizzazione dello Sbrinz, pur rimanendo affini alle origini del piatto, questo 'pane ripieno' assume carattere diventando decisamente più gustoso, assume quel quid in più che si sposa perfettamente con i restanti ingredienti. Lo Sbrinz è solo uno dei numerosi formaggi che la Svizzera ci offre, pare sia il più antico dei formaggi d'Europa ... mica si scherza qui! ;-)
La parte più difficile di questo piatto sapete quale è? Smettere di mangiare appena spadellato!!! È un dogma: tutti i cibi 'street' hanno aspetto e sapore ottimali non appena cotti, belli fumanti da scottarsi le dita mentre i profumi inondano le narici. Per cui ho/avete rischiato di non avere più fisicamente un bel nulla da fotografare a fine cottura (santa Ingordigia!!!)
Io ho preferito conferire un aspetto 'croccante' alla paratha proprio per poter rendere superfluo l'utilizzo di posate...perfetto per un dipping in un bel chutney come questo!
Buon appetito!
Se volete far girare le vostre papille gustative deliziandovi con la grande varietà di formaggio svizzero andate su www.formaggisvizzeri.it
Se invece volete immergervi nel profumato regno delle paratha indiane date un'occhiata a questo dettagliato sito http://www.vegrecipesofindia.com/paratha-recipes-indian-paratha/
Se invece volete dilettarvi a preparare dei vassoi come questi con l'antica arte orientale degli origami, questo è il video da cui potrete imparare in fretta : -)
Se invece volete immergervi nel profumato regno delle paratha indiane date un'occhiata a questo dettagliato sito http://www.vegrecipesofindia.com/paratha-recipes-indian-paratha/
Se invece volete dilettarvi a preparare dei vassoi come questi con l'antica arte orientale degli origami, questo è il video da cui potrete imparare in fretta : -)
lunedì 4 novembre 2013
Ragnetti con il Visual food
Ovviamente a prova di aracnofobici..come me! ;- )
domenica 3 novembre 2013
Siu Mai classici
Sto cercando di 'imparare' alcune differenze tra i cosiddetti 'dumplings', ma al momento ne riconosco ben pochi. Al mio attivo conto Jiaozi (il corrispettivo dei Gyoza giapponesi, fatti con una pasta più 'spessa' e chiusi con i polpastrelli a mezzaluna, al vapore, fritti, brasati-in questo caso prendono il nome di Guotie...talora sinonimo Gow Gees), Har Gau (fatti con pastella traslucida e sottilissima), Siu Mai (spesso al vapore, si riconoscono perchè hanno la parte superiore 'aperta')... La versione a noi occidentali più nota di Siu Mai è indubbiamente quella con gamberi e maiale come ripieno. L' 'interpretazione' giapponese contiene invece soltanto maiale e prevede una farcia decisamente più omogenea nella sua composizione rispetto all' 'originale' cinese.
Non è mia abitudine cucinare un piatto tipico se prima non l'ho provato direttamente sul posto, ma questa volta, oltre ad avere il piacere (enorme) di cucinare orientale, ero curiosa di sapere se l'esperimento di congelare in precedenza dei dischetti di pasta sarebbe andato a buon fine In tal caso la pasta in freezer era quella dei gyoza giapponesi, che può essere usata per jiaozi e siu mai. Quello che posso dire, a test fatto, è che la conservazione in freezer darà un risultato ottimale se avrete due accortezze: 1) impilare i dischetti di pasta gli uni sugli altri, frapponendo un pezzo di carta forno per evitare che si incollino definitivamente tra loro, 2) avvolgerli per bene nella pellicola più sacchetto o metterli sottovuoto per evitare che si secchino (in particolare i loro bordi).
Tutto sta adesso a trovare la giusta manualità per fare dischetti sottilissimi con i polpastrelli e dare forma a dei fagottini dai contorni 'perfetti'... Bhe quella non l'ho ancora completamente trovata come potete vedere dalle immagini, ma il sapore quello sì! : -)
Uhm l'ho detto che sto cercando in quel di Shangai una 'cooking school' per apprendere la nobile arte dei lamian (ovvero dei noodles tirati a mano)? ; -) sarebbe fantastico trovare le vere origini dei nostri tagliolini, proprio da dove son nati e da dove Marco Polo ne importò l'idea : -)
Uhm l'ho detto che sto cercando in quel di Shangai una 'cooking school' per apprendere la nobile arte dei lamian (ovvero dei noodles tirati a mano)? ; -) sarebbe fantastico trovare le vere origini dei nostri tagliolini, proprio da dove son nati e da dove Marco Polo ne importò l'idea : -)
Ni hao!!! ;-)
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